La crisi dell’industria dell’alluminio
- infociocia
- 8 nov 2022
- Tempo di lettura: 1 min
Dopo gas, petrolio, carburanti, carbone e cellulosa, ora tocca ai metalli industriali: presto anche l’alluminio, il rame e il nickel prodotti in Russia potrebbero diventare intoccabili nei Paesi che condannano l’aggressione all’Ucraina.

E come per altre materie prime è soprattutto l’Europa ad essere esposta a danni collaterali: sacrifici dolorosi, che in questo caso potrebbero non esaurirsi in un ulteriore aumento dei costi produttivi (e dunque dell’inflazione, che già corre a livelli record).
La crisi dell’industria dell’alluminio non è drammatica soltanto per ragioni occupazionali e geopolitiche (arricchire la Russia nel bel mezzo di una guerra economica con Mosca è un autogol inspiegabile), ma anche ambientali. Se infatti la mancata produzione di 1,1 milioni di tonnellate di alluminio ha fatto risparmiare all’Unione Europea 7,4 milioni di tonnellate di CO2, la produzione equivalente in Russia e Cina ha causato un totale di 17,7 milioni di tonnellate di CO2, 10,3 milioni di tonnellate in più.
Secondo i rapporti indipendenti commissionati dalla federazione europea Aluminium Europe, la situazione peggiorerà ancora...
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