Eni in perdita
- infociocia
- 20 set 2022
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Eni ha pagato l’acconto del 40% il 30 giugno in linea con il dettato della legge e a valle della circolare del 23 giugno dell’Agenzia delle Entrate che prevedeva come esclusione, rispetto al saldo Iva, le operazioni attive extra-territoriali. L’11 luglio, però, con una nuova circolare, l’Agenzia ha precisato che l’esclusione poteva essere effettuata solo in presenza di una perfetta corrispondenza con operazioni passive fuori campo Iva.

Dal 2014 al 2021, a livello operativo, Eni ha perso in Italia 11 miliardi perché la raffinazione era in perdita, come la chimica, la produzione gas e la società di bonifica. Poi, se aggiungiamo anche gli oneri finanziari e le svalutazioni, le perdite salgono a 20 miliardi. E, nel primo semestre, Eni Italia spa ha perso a livello operativo quasi 600 milioni. Il sistema Italia, dunque, non ha generato finora extra profitti ma perdite ricorrenti.
Sul gas, la situazione era esplosa già prima perché la volatilità indotta dalle policy europee, che è enorme, ha finito per togliere all’industria dell’oil&gas la propensione al rischio ma anche la voglia di investire per il lungo termine. Così l’offerta si è ridotta proprio mentre il rimbalzo post covid rilanciava la domanda. E questo fa sì che in un mercato corto un qualsiasi evento o un grande produttore possono condizionare l’equilibrio dei flussi.
L’attuale crisi porta con sé un messaggio molto chiaro: la transizione energetica non è semplicemente l’abbattimento delle emissioni del sistema energetico, ma è un abbattimento che deve assicurare un sistema energetico sicuro, quindi diversificato e sostenibile anche economicamente.
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Fonte: IlSole24Ore
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